13 Lug E se la Blockchain fosse prima un assetto mentale che una soluzione innovativa?
Ma la Blockchain rappresenta effettivamente una grande opportunità per il nostro sistema?
Anche se la tecnologia ha “visto la luce” da oltre 10 anni, con l’avvento del suo utilizzo nella negoziazione delle cryptocurrencies, negli ultimi anni il “casi d’uso” sono aumentati e si stanno rivelando trasversali ai diversi ambiti della nostra vita quotidiana.
Nell’ambito della mia attività professionale mi occupo di studiare, analizzare, predisporre, assieme ad altri, le diverse possibili applicazioni della Blockchain in ambito finanziario.
Ma chi lo avrebbe mai pensato, alcuni anni fa, che oltre alla gestione di moneta, la Blockchain sarebbe divenuta un potenziale strumento con cui lo Stato di un Paese rilascia centralmente i documenti di identità o gestisce il catasto dei comuni?
Per non parlare della seria “contaminazione” tra economia reale e cripto valuta con cui poter “catalizzare” localmente parte dei profitti generati da multinazionali sottoforma di “cripto valuta locale” spendibile solo nel contesto sociale dove è stata generata grazie al business locale….
E se alcuni “aiuti” ai più bisognosi fossero erogati in parte con l’utilizzo di cripto valuta adottate dagli enti territoriali?
Pensiamo alla possibilità che le strutture sanitarie e gli ospedali utilizzino la blockchain per ogni assistito: ognuno di noi potrebbe disporre di un “cassetto” costantemente aggiornato, contenente tutti i dati e le informazioni utili a costruire un profilo sanitario di immediata fruizione in caso di emergenze o necessità: non dovrei più telefonare a mia madre per chiedere se ho fatto l’appendicite, quando ho fatto l’ultimo esame cardiologico e chiederle se per caso si ricorda dove fossero gli ultimi referti del mio remoto check-up…..
Blockchain prima di essere uno strumento è a mio avviso un “assetto mentale”!
In base alla nostra percezione siamo in grado di comprendere, in effetti, i vantaggi ed i limiti della Blockchain rispetto alla potenzialità che può esprimere?
E’ probabile che la Blockchain non sia sempre lo “strumento migliore” per gestire processi interni ad un’azienda, come a rendere più fruibile ed immediata la documentazione sanitaria di ognuno di noi…..
Uno dei temi più “caldi” attinenti all’applicazione di Blockchain è la privacy….la gestione delle informazioni e la loro protezione…..ma chi mi dice che effettivamente la “catena in cui vengono mantenute le mie informazioni, a volte molto personali e quindi sensibili” sia effettivamente protetta e quindi i miei dati non siano “in pericolo”?….
Mi state quindi dicendo che per noleggiare un’auto, siete “talmente” attenti che permettete all’operatore di rilevare solo i dati necessari riportati nel documento e non altri ivi contenuti?
Oppure che un neo maggiorenne, per dimostrare l’età che ha, debba fornire un documento dal quale si evinca anche non solo la data di nascita, ma anche dove è nato, dove vive, il suo indirizzo…
Non stiamo fornendo più informazioni di quelle che richieste?
Ovvio…siamo abituati e per noi è “normale” nella consuetudine delle cose, nella vita di tutti i giorni…ma è proprio questo l’assetto mentale a cui mi riferisco: quanto siamo sensibili a cogliere “nuove modalità relazionali” rispetto alle vecchie e consolidate e non necessariamente più “riservate”..
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