
20 Giu Trasformare le crisi in opportunità grazie alla Gentilezza
Siamo chiamati a sviluppare nuove competenze per affrontare le crisi con lucidità, visione e resilienza.
Ma c’è una qualità, spesso sottovalutata nel mondo della finanza d’impresa, che può fare la differenza: la gentilezza.
Sì, proprio lei. Non come debolezza, ma come forza strategica. Come leva per creare valore, costruire fiducia e trasformare i momenti critici in occasioni di crescita e consolidamento.
Crisi aziendali: il fattore umano al centro
Nel mio lavoro quotidiano come credit manager e tesoriere, mi trovo spesso a gestire situazioni complesse: tensioni di cassa, difficoltà nei pagamenti, rapporti con fornitori e clienti in difficoltà, relazioni bancarie tese.
Ogni crisi, piccola o grande che sia, mette alla prova non solo le competenze tecniche, ma anche – e soprattutto – la qualità delle relazioni.
Ed è proprio nei momenti di frizione che la gentilezza si rivela un vantaggio competitivo:
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Gentilezza nel comunicare anche cattive notizie, senza rinunciare alla chiarezza;
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Gentilezza nel negoziare, mantenendo fermezza nei numeri ma flessibilità nell’ascolto;
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Gentilezza nel gestire il tempo, sapendo che dietro ogni scadenza ci sono persone, storie e fragilità.
Gentilezza non è ingenuità: è competenza relazionale
Parliamo di una gentilezza consapevole, solida, professionale.
Non è buonismo, ma intelligenza emotiva applicata al business. Significa creare un clima di collaborazione anche nella difficoltà, perché il rispetto e la trasparenza aprono strade dove la rigidità spesso chiude porte.
Un approccio gentile migliora anche la qualità delle decisioni:
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Riduce la conflittualità, semplificando la gestione del credito e dei flussi finanziari;
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Rafforza la reputazione aziendale, alimentando relazioni durature con stakeholder e partner finanziari;
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Favorisce la resilienza, trasformando la crisi in un processo di apprendimento, anziché in un fallimento.
Gentilezza come leva strategica anche in Tesoreria
In Tesoreria, dove si incrociano ogni giorno dati, scadenze, pressioni e scelte complesse, applicare la gentilezza significa allenare una leadership equilibrata. Saper ascoltare un collega che segnala una criticità. Trovare il modo giusto per spiegare una strategia di copertura a un CFO sotto stress.
Mediare tra esigenze operative e vincoli di budget senza irrigidirsi.
Essere gentili, in questo contesto, non indebolisce la governance finanziaria: la rafforza. Perché costruisce un linguaggio comune, fiducia diffusa e senso di corresponsabilità.
Il volto umano della gestione finanziaria
In un mondo dove l’automazione cresce e gli algoritmi prendono spazio, il valore umano torna centrale. E tra le soft skill più potenti per un professionista della finanza d’impresa c’è proprio lei: la gentilezza.
Non è solo una scelta etica, ma un investimento di lungo periodo. Una competenza manageriale che genera valore economico, relazionale e reputazionale.
Perché, anche nei numeri, la differenza la fanno le persone.
E le relazioni gentili sanno costruire futuro anche partendo dalla crisi.
Michele Maria Tammaro
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